di Isabella Turino
Ricongiungere il movimento alla vita.

Vi sono alcuni indicatori che possono rivelare una postura scorretta; ad esempio, se trattenete il respiro, vuol dire che la vostra posizione corporea è inadeguata e farete fatica anche a camminare ed a stare seduti … Nel Metodo Feldenkrais® la schiena come parte di un tutto, partecipa ad un processo. Ricongiungere il movimento alla vita.

Ripercorrendo la mia formazione di insegnante mi accorgo di essermi dedicata praticamente da sempre allo studio del movimento umano: ho un passato di atleta nell’atletica leggera, ho frequentato l’Istituto superiore di Educazione fisica di Firenze, ho insegnato per vent’anni Educazione fisica nella scuola media statale. Nel 1984 ho cominciato a studiare il Metodo Feldenkrais®, dapprima attraverso seminari e poi frequentando la scuola di formazione diretta da Ruthy Alon.


Questo lavoro illumina veramente la mia vita e posso dire che ancora oggi, ogni volta che arrivo a qualcosa di nuovo quella scoperta mi rende felice.
L’interesse che mi guida è volto a trovare il modo di condurre le persone a sentire il corpo attraverso il piacere, la soddisfazione, la pienezza durante le azioni usuali di tutti i giorni.

In questo periodo la mia attenzione è presa dalle costole, il torace e le sue relazioni con la colonna vertebrale e le altre parti del corpo. Come fare perchè possano essere percepite, perchè si possa dire: “guarda, le mie costole si muovono, ci sono, provo piacere nel sentirle, nel sentire il respiro fluire pieno, profondo, totale”? Se ci pensate vi renderete conto che, solitamente ci 

accorgiamo di avere le costole soltanto quando, all’improvviso, sopraggiunge qualche fitta intercostale o quando sbattiamo contro qualche spigolo.
Nelle nostre lezioni Consapevolezza attraverso il movimento® (questo è il nome delle lezioni di gruppo del Metodo Feldenkrais®) facciamo spesso qualcosa per coinvolgere le costole nel movimento di altre parti del corpo, ma lo facciamo quasi dall’esterno del corpo, ascoltiamo come si muovono, se sono ferme, quando iniziano a muoversi, se si sollevano verso il soffitto e molteplici altre relazioni. Ho pensato allora di capovolgere questo concetto invitando gli studenti ad immaginare il torace da dentro, dalle parti interne: dove le vertebre dorsali si collegano con le costole, com’è la forma del torace, come sono le sue pareti immaginandole dall’interno, cosa c’è dentro, qual è la consistenza del polmone: è una massa solida, liquida, morbida? Seguiamo l’aria quando entra (anche noi mentre leggiamo possiamo farlo) dove si dirige, cosa spinge, qual è il suo colore? E’ fresca, cosa sposta, cosa muove, quando inspiriamo? Pensiamo che l’aria muove le costole e la schiena quando entra in noi.

Ascoltiamo cosa succede.

quando l’aria esce e vediamo come si muove il torace e dove non si muove. E ancora … espiriamo emettendo un suono qualsiasi e poi un LA, un DO, sentiamo le vibrazioni tra le costole, le differenze di vibrazioni. L’aria esce con un suono e le costole vibrano, quali di più, quali di meno; dove sentiamo più facilità di movimento, più piacere?

Nel seminario che ho tenuto a dicembre a Rovereto alla fine i suoni che si udivano per la palestra erano armoniosi: alti, bassi, schietti, commoventi e le persone avevano un portamento aperto, quieto, le spalle basse. Il petto largo e pacifico, la schiena lunga e distesa, le ginocchia soffici ed i piedi forti, gli occhi luminosi.

Il piacere di vederle così è stato veramente grande; l’aspetto più entusiasmante dei seminari di Consapevolezza attraverso il movimento® è che il lavoro si sviluppa intorno ad una mia idea iniziale legata ad alcune funzioni neuromotorie e poi cresce seguendo le necessità del gruppo.

Sento di lavorare con le persone, di respirare con loro, percepisco dove c’è libertà, dove c’è difficoltà e aggiusto le proposte. Sento se le direzioni sono chiare, se le singole persone percepiscono, ad es., la loro schiena. Dai loro movimenti e dai loro respiri posso capire molto e posso sintonizzarmi.

I seminari e le lezioni di gruppo sono un dialogo continuo, così come le lezioni individuali, che sono chiamate Integrazioni Funzionali®; dove la comunicazione e l’apprendimento avvengono attraverso il tocco, attraverso la via tattile, sensoriale, più diretta e più capace di ottenere sostanziali cambiamenti funzionali.

In certi momenti, mentre lavoro, c’è in me come uno stato di attesa, un vuoto che può essere riempito da ciò che proviene dall’altra persona che sto toccando.

Ci sono momenti in cui l’ascolto dell’altro diventa profondo e la ricerca del movimento “buono” avviene senza alcuna forzatura. Perchè più la persona sente di essere guidata, ascoltata, toccata con rispetto, più le sue articolazioni acquistano spazio interno e alcune zone muscolari si dispongono ad abbandonare protezioni eccessive, non necessarie. Così, anche in casi di parti della schiena doloranti, possiamo arrivare ad un processo di movimento soddisfacente che consenta comunque il compimento di una buona funzione. Più si scopre che i movimenti sono possibili, più sopportabile diventerà il dolore e l’organismo nella sua globalità recupererà la sua possibilità di movimento.